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Si chiama “Baby 3.0”, simbolo di rinascita, tributo verso il mistero della vita che accomuna ogni essere umano e dà speranza per il futuro, la nuova creazione monumentale di Lorenzo Quinn esposta a Venezia, a cura di Amira Gad, dal 15 luglio al 31 ottobre 2022.

L’opera era collocata nel giardino di Palazzo Corner della Ca’ Granda a San Marco, lo splendido e imponente edificio affacciato sul Canal Grande, progettato da Jacopo Sansovino, sede storica della Città metropolitana di Venezia, che ha concesso il patrocinio alla mostra, e sede anche della Prefettura: una scultura sorprendente e iconica che si è affacciata sul Canal Grande intessendo con le sue acque magici riflessi.

“Venezia la sua rinascita, dopo l’acqua alta del Novembre del 2019 e la pandemia, l’ha già iniziata da tempo; la nuova opera di Lorenzo Quinn non è altro che un atto concreto che traduce lo spirito di una comunità in una creazione artistica”, è il commento di Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e della Città Metropolitana. “È un piacere poter ospitare l’ultimo lavoro di Quinn, che dimostra ancora una volta un amore smisurato per questa città”.

La potenza comunicativa e l’immediatezza del messaggio sono del resto gli elementi che connotano le sculture di Lorenzo Quinn. “Baby 3.0”, in rete d’acciaio inossidabile e fusione di alluminio, alta 7 metri e larga quasi 9, con la poesia e la forza evocativa delle sue forme, si è svelata al pubblico il 14 luglio 2022 ed è stata anche per Venezia, che ha celebrato i suoi 1600 anni di storia, l’auspicio di una nuova Ri-nascita.

“Ora più che mai – ha spiegato Lorenzo Quinn – dopo la pandemia, di fronte al dramma delle guerre e della povertà diffusa e ai gravi problemi ambientali, c’è bisogno di ribadire il valore della vita, di lavorare al cambiamento e alla creazione di una nuova Umanità. Quest’opera è una dichiarazione di speranza per il futuro, anche per Venezia. Un bimbo ancora nel grembo materno ma già pronto alla vita”.

“Baby 3.0 – scrive Amira Gad – ci porta alle nostre origini per ricordarci che veniamo tutti dallo stesso luogo: nel grembo materno siamo tutti uguali. Il bacino della donna è incredibile. E’ l’unica struttura ossea del corpo umano che ha la capacità di estendersi e di adattarsi per poter favorire la vita.

Lorenzo dice…

L’arte è nei teatri e nei musei, ma anche nelle nostre strade, e sono orgoglioso di esporre “Baby 3.0” nella splendida cornice dei giardini di Palazzo Ca’ Corner, a Venezia.

Ma dovrebbe coinvolgerci tutti… Perché vivere l’arte ci rende più forti e ci offre tanto. Voglio invitare il pubblico a interagire con la scultura, a toccarla, a sentirsi parte di essa e parte di una conversazione più ampia sulla rinascita dell’umanità dopo il covid-19, che coinvolge ogni individuo sul pianeta. Il pubblico diventerà parte intrinseca dell’opera d’arte e, attraverso ciò, provocherà emozioni e un cambiamento positivo.

L’installazione “Baby 3.0” raggiungerà milioni di persone spiritualmente e fisicamente. Tutti coloro che visiteranno Venezia avranno la possibilità di visitare l’installazione “Re-birth of Humanity”. Abbiamo tutti un attaccamento altamente emotivo alla nostra nascita e una domanda di fondo su quale sia il nostro scopo nella vita: perché siamo nati?

 “Mi auguro che, se la mia arte fa qualcosa, provochi azioni di gentilezza che diano speranza al mondo.”